Associazione a delinquere di stampo mafioso,
traffico di armi e di droga, ricettazione e minacce. Sono queste le ipotesi di reato che, nelle ore scorse, hanno portato ad iscrivere 8 soggetti nel registro degli indagati nell'ambito di una inchiesta su mafia, armi e droga portata avanti nel territorio compreso tra Licata e Canicattì.
L'operazione è stata voluta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Di questi 8 soggetti, destinatari di un decreto di perquisizione e di avvisi di garanzia, quattro sono stati arrestati, mentre altri quattro sono indagati a piede libero. I quattro arrestati, di cui tre in carcere e uno ai domiciliari, sono Domenico Cusumano, 54 anni; e Rosario Cusumano, 26 anni, rispettivamente padre e figlio; e poi Carmelo Marino, 45 anni e Giacomo Marino, 52 anni, fratelli. A Carmelo Marino e ai due Cusumano viene contestato anche il reato di mafia. Agli altri, invece, il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, agli ordini del vicequestore Vincenzo Perta, hanno eseguito i quattro arresti in flagranza di reato. Nella disponibilità di Domenico e Rosario Cusumano sarebbero state rinvenute pistole, fucili, munizioni e denaro, mentre ai fratelli Marino sarebbe stata trovata una grossa quantità di droga: a Carmelo Marino oltre due chilogrammi di hashish e quasi trecento grammi di cocaina occultati nel vano contatori di un condominio; mentre a Giacomo Marino, invece, oltre 140 grammi di marijuana. Per un altro soggetto di Canicattì è scattata la denuncia a piede libero per ricettazione in seguito al ritrovamento di tre auto ritenute rubate.
Per i magistrati palermitani queste persone, sulla carta, erano pastori e campieri, mentre in realtà sarebbero stati dei veri e propri armieri.
Durante il blitz è saltato fuori di tutto: pistole, fucili, polvere da sparo, munizioni, auto rubate e denaro proveniente probabilmente da operazioni criminali. Non è escluso che il numero degli indagati possa crescere nelle prossime ore e che l'operazione della Polizia non si sia ancora chiusa, soprattutto per quanto concerne il filone della ricettazione.
