Torna a riunirsi dalle 18, con un'ora di interrogazioni,
il consiglio comunale di Sciacca. Una seduta consiliare che sarà trasmessa in diretta sulla nostra emittente, sul canale 80 del digitale terrestre e, in streaming, sulla nostra pagina facebook e sul nostro canale Youtube. Seduta, quella odierna, sulla quale incombono diverse incognite, soprattutto alla luce di quello che è accaduto la scorsa settimana, quando la maggioranza numerica, con protagonisti i consiglieri del centrodestra, ha deciso di non garantire il numero legale facendo emergere i problemi politici che stanno attanagliando la coalizione che sta amministrando. L'assenza in aula dei tre consiglieri comunali del Partito Democratico è stata considerata un'operazione strategica, adottata come segno di malessere nei confronti di Fabio Termine, che continua a rimandare le richieste di un chiarimento politico.
Eppure all'ordine del giorno dei lavori ci sono punti di estremo interesse per la vita cittadina: stiamo parlando del nuovo Piano Aro, del progetto dei capannoni di carnevale e del Consuntivo del 2024. Ci si domanda cosa potrà accadere stasera. Indiscrezioni riferiscono che i tre consiglieri del Pd Ambrogio, Modica e Ruffo sono pronti a presentarsi in aula ma solo ed esclusivamente per votare il Rendiconto. Non sarebbero disponibili a condividere con l resto dell'aula gli altri punti all'ordine del giorno. Dei rimanenti tre consiglieri che sostengono l'amministrazione due sono anche assessori (Curreri e Leonte), e la rappresentante dei Verdi Daniela Campione non fa mistero del proprio disappunto rispetto al fatto che anche la sua forza politica non sia rappresentata in seno alla giunta (circolano indiscrezioni su possibili eventuali assessori tecnici). La conseguenza di tutto questo è che i nervi nella coalizione che sostiene Fabio Termine appaiono sempre più tesi.
La richiesta fatta dal sindaco ai consiglieri comunali che rappresentano il gruppo riformista del Pd, ossia che alla prossima riunione di coalizione sia presente il loro leader di riferimento Michele Catanzaro, non ha certamente rasserenato gli animi, anzi, sembra essere accaduto esattamente il contrario. Il nodo centrale dello scontro è la richiesta della rimodulazione delle deleghe in seno all'amministrazione. Ma se fosse stato solo per spostare le deleghe questo obiettivo sarebbe già stato raggiunto. Il vero problema è convincere Fabio Termine a fare a meno di uno dei tre assessori che fanno espresso riferimento a lui, segnatamente Francesco Dimino, Salvino Patti ed Agnese Sinagra. È il nome di quest'ultima, architetta e docente, quello che in teoria dovrebbe essere sacrificato. In realtà Dimino, Patti e Sinagra, così come d'altro canto lo stesso primo cittadino, sono anch'essi tutti rappresentanti del Pd, ma di una corrente opposta a quella rappresentata da Michele Catanzaro. Tutti protagonisti dell'approdo, avvenuto col tesseramento del 31 dicembre, della galea che fu accolta nel porto di un Partito Democratico da un lato voglioso di crescere, dall'altro caratterizzato da uno scontro interno che è ormai un concetto apodittico.
Il sindaco Termine sta provando a resistere, non condividendo la necessità di fare a meno di uno dei suoi assessori. Le parti però sembrano sempre più ai ferri corti, e uscire da questo stallo al momento sembra difficile. Nessuno sembra intenzionato a togliere le castagne dal fuoco al primo cittadino. Probabilmente sarebbe stato questo un aiuto significativo che i suoi amici di lungo corso avrebbero potuto dargli. Non si può del tutto escludere che, di contro, il sindaco non voglia cedere perché preoccupato che questa eventuale concessione lo indebolirebbe. Dall'ala sinistra del Pd al momento è venuta solo una richiesta di riconvocazione dell'assemblea cittadina, alla presenza dei nuovi iscritti. Niente di più, ma è oggettivamente complesso potere immaginare di avere di più. Stasera la scena consiliare potrà fornire qualche risposta a tutti gli interrogativi in atto. Partendo dall'assunto che Michele Catanzaro non sembra avere alcuna intenzione di aderire all'invito del sindaco a far parte della prossima riunione di coalizione. "Non abbiamo bisogno di tutori, ce la caviamo benissimo da soli", ha detto al nostro Telegiornale, che comprensibilmente chiede di rimanere anonimo, uno degli esponenti più in vista dell'ala riformista del Pd.
