Ci sarebbero anche giovani rampolli di famiglie
della Santa Margherita "bene" tra i 9 giovani, tutti maggiorenni, finiti agli arresti domiciliari su disposizione della magistratura di Sciacca. Otto i margheritesi, uno è di Montevago. Sono accusati di porto illegale di armi e rissa aggravata per l'aggressione, basata sull'odio razziale, nei confronti del giovane egiziano Atef Yasser, il diciannovenne accerchiato, picchiato a sangue e accoltellato la notte del 13 luglio sull'arenile di Porto Palo di Menfi. Rissa che, anche secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri che hanno eseguito i provvedimenti cautelari, sarebbe nata per un presunto "sguardo di troppo" nei confronti della ragazza di uno degli aggressori in uno dei locali estivi della località balneare e di quella che i carabinieri oggi definiscono "Malamovida".
Per i carabinieri di quella sconcertante punizione inflitta al giovane cameriere, conosciuto e benvoluto nella comunità di Menfi, hanno fatto parte una trentina di giovani. Una parte di loro, dopo averlo insultato con espressioni razziste, ha poi cominciato a picchiarlo. Atef aveva tentato di difendersi, avendo purtroppo la peggio: pestato, accoltellato in più parti del corpo e, infine, ferito con schegge di vetro di una bottiglia rotta. Tramortito, il giovane rimase esanime sulla spiaggia. Trasportato dapprima presso l’ospedale di Sciacca, fu poi trasferito al San Giovanni di Dio di Agrigento e, dopo una settimana di ricovero, dimesso con una ventina di giorni di prognosi.
Le indagini condotte dai militari del Nucleo operativo della compagnia di Sciacca e da quelli delle stazioni di Menfi e Santa Margherita Belice, sotto la direzione della procura della Repubblica saccense hanno permesso di risalire ai presunti autori, attraverso l’ascolto delle testimonianze delle persone presenti quella sera e il riconoscimento fotografico da parte sempre dei testimoni e della vittima. Perquisite anche le abitazioni di tutti gli arrestati, all’esito delle quali sono stati rinvenuti tirapugni, un bastone sfollagente, un coltello a serramanico e una pistola giocattolo priva di tappo rosso. Le indagini proseguono per identificare eventuali altri complici.
Un fatto molto grave che assume contorni ancora più inquietanti se si pensa che non più tardi di due mesi fa, a Santa Margherita di Belice, un giovane tunisino, ospite di una delle tante comunità di accoglienza della zona, era stato aggredito e picchiato selvaggiamente da un gruppo di giovani. I militari ora stanno indagando per capire se gli autori dei due episodi possano essere gli stessi. Oltre alle indagini, continua anche l’impegno dell’Arma dei carabinieri per rafforzare il controllo del territorio durante il periodo estivo nella prestigiosa località turistica, con l’obiettivo di assicurare serenità alla comunità locale e prevenire comportamenti illeciti. La giovane vittima dell'aggressione di Porto Palo nelle ultime ore ha dichiarato al Giornale di Sicilia di temere eventuali ritorsioni dopo quello che sta succedendo in queste ore.
Subito dopo le notizie sull'aggressione il sindaco di Santa Margherita Gaspare Viola, auspicando subito l'individuazione dei responsabili, aveva annunciato che l'amministrazione da lui diretta, nell'eventualità che l'indagine possa culminare con un procedimento giudiziario, è pronta a costituirsi parte civile. La stessa cosa annuncia oggi Vito Clemente, a tutela - dice - della comunità di Menfi e del diritto di tutti a vivere in un contesto sicuro e rispettoso delle regole". Oggi Viola è tornato sull'argomento, per il quale i provvedimenti restrittivi notificati oggi dai carabinieri ad 8 suoi concittadini rappresentano "un segnale chiaro di un'azione assolutamente necessaria da parte delle forze dell'ordine, a cui - dice il primo cittadino - va il nostro massimo rispetto e la considerazione per l'insostituibile funzione istituzionale che svolgono". Per il sindaco di Santa Margherita "questo è il momento in cui tutti dobbiamo collaborare con magistratura e forze dell'ordine affinché si faccia piena luce sui fatti, perché è chiaro - aggiunge - che l'azione repressiva, pur necessaria, non è sufficiente, e c'è l'urgenza di agire, come società civile, sul versante della prevenzione". Viola evidenzia come i giovani respirino sempre violenza: verbale, sui social, violenze subliminali. Fa notare, il sindaco, come ci sia un fenomeno di assuefazione alla violenza e come ci sia tanto sommerso. Annota, Viola, come sia venuta meno la famiglia come cellula fondamentale della società, primo spazio vitale di crescita, di educazione e di donazione reciproca. "Le istituzioni e ciascuno di noi - conclude - siamo chiamati a fare la propria parte come genitori e come cittadini, con il massimo senso di responsabilità, divenendo nelle proprie relazioni sociali, costruttori di pace e di rapporti autentici, favorendo le occasioni e gli spazi di ascolto, di condivisione e di incontro coi nostri giovani".
Annuncia che si costituirà parte civile anche il sindaco di Menfi Vito Clemente: "Appreso dei provvedimenti cautelari scattati oggi, l'amministrazione comunale di Menfi esprime dunque viva soddisfazione per il lavoro svolto con prontezza, rigore e competenza, e manifesta la più sincera gratitudine ad investigatori e magistrati. "Menfi - ribadisce Vito Clemente - è una città accogliente, civile e solidale, e questo è un segnale forte contro chi sceglie la violenza, che deve sapere che troverà di fronte istituzioni ferme e determinate". Nei giorni scorsi il sindaco di Menfi era stato invitato ad Agrigento Salvatore Caccamo ad essere presente ad una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica proprio allo scopo di prendere atto della situazione che si era verificata a Porto Palo e di intensificare la presenza delle forze dell'ordine nelle ore della Movida. "Chi prova a compromettere certi valori - conclude il sindaco - troverà sempre la ferma opposizione delle Istituzioni cittadine e della comunità tutta, le quali insieme esprimono ancora la massima fiducia nelle Forze dell’ordine e sostegno alla giustizia.
