Indagini in corso per stabilire le cause che, in
mare aperto, hanno portato alla collisione tra un peschereccio appartenente alla flotta di Sciacca e un mercantile, ancora non identificato. L'episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, è avvenuto ieri mattina a circa tre miglia nautiche dalla costa saccense.
Secondo le prime ricostruzioni e informazioni raccolte dalle autorità portuali, il “Filippo Padre”, mentre era in fase di pesca, sarebbe stato speronato da una nave di grande stazza che né avrebbe cambiato la propria rotta né avrebbe mai risposto all'allarme lanciato dai lavoratori saccensi né si sarebbe fermato per prestare soccorso una volta avvenuto l'impatto. Per evitare di essere centrato in pieno, il “Filippo Padre” avrebbe deciso di fermare improvvisamente la battuta di pesca, tagliare reti e cavi d'acciaio e spostarsi appena in tempo.
Il peschereccio, capitanato da Accursio Margiotta, nonostante gli ingenti danni subiti, soprattutto alla prua, è riuscito a tornare in porto autonomamente. Le autorità marittime – come confermato al nostro telegiornale - sono state prontamente informate dell'accaduto ed hanno raccolto la denuncia presentata dall'armatore. Il mercantile coinvolto nell'incidente dovrebbe essere individuato a breve analizzando le rotte e i tracciati radar monitorati dai militari.
Fortunatamente nessuno dei marinai a bordo ha riportato ferite, ma l’episodio ha generato attimi di forte paura ed apprensione tra l’equipaggio e i familiari che li attendevano in molo.
I militari della locale Guardia Costiera, già ieri pomeriggio, hanno effettuato un sopralluogo sul peschereccio per raccogliere eventuali elementi utili all’inchiesta. Quanto avvenuto riporta alta l'attenzione sulla sicurezza in mare, sul traffico marittimo sempre più intenso nel Canale di Sicilia e sull'importanza dei dispositivi tecnologici che, probabilmente, saranno utili all'inchiesta per determinare cause e responsabilità.
