Sarebbero almeno 150 i partecipanti al rave party
in corso dalla scorsa notte a Piana Grande a Ribera. Già dieci anni fa la località riberese, nota per essere una spiaggia di sassi bianchi, è stata meta di un rave party.
I partecipanti alle mega festa (italiani, ma anche francesi, austriaci e tedeschi), caratterizzata da musica elettronica, sarebbero arrivati la notte scorsa a bordo di camper e fuori strada, percorrendo tra l'altro una strada di accesso che è quasi impraticabile e sistemando tutto l'occorrente per dare il via al rave.
Non sono sicuramente passati inosservati e da stamattina lungo il litorale di Piana Grande è massiccio il dispiegamento di forze dell'ordine, allertate da alcune segnalazioni dei cittadini. Sul posto Carabinieri e uomini della Polizia di Stato, che dalle prime ore della mattina tentano di sgomberare i partecipanti e i mezzi coinvolti, almeno un centinaio. Forze dell'ordine che oltre a presiedere il sito del rave, hanno predisposto anche alcuni posti di blocco, sulla strada di accesso alla località. "C'è la massima attenzione affinchè il rave possa essere sgomberato in sicurezza e i partecipanti allontanati", afferma al nostro Tg il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo, che sta seguendo dalle prime ore della giornata le operazioni. Il tentativo è quello di lasciare che tutti sgomberino volontariamente la spiaggia e decidano di allontanarsi, solo in estrema ratio è ipotizzabile un intervento delle forze dell'ordine, che nel frattempo dovranno presiedere e vigilare l'area di Piana Grande.
Questa parte del litorale agrigentino non è di certo nuova a feste di questo tipo, anche la spiaggia di Bertolino, due anni fa era stata interessata da un rave party. Feste non autorizzate la cui normativa è stata recentemente aggiornata dal governo Meloni con un provvedimento che ha introdotto l'articolo 633- bis del codice penale, che rende illegale l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui per l'organizzazione di un raduno con più di 50 persone, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l'ordine, l'incolumità o la salute pubblica. Chi organizza questo tipo di raduno rischia la reclusione da tre a sei anni e una multa da 1.000 a 10.000 euro, oltre alla confisca dei mezzi usati. Chi partecipa all'invasione invece, è punito con una pena inferiore, ma comunque con reclusione da due a quattro anni e una multa.
